Scritto da © matris - Dom, 16/10/2011 - 14:23
Sangue versato e tu che lecchi con la lingua
a cercare sulle erte rupi il rasoio nella roccia.
Una goccia versatile che s'aggiunga alle altre
che rompa il granito e lo devasti sciogliendolo
nel sole, ora il vento fugge altrove,
s'infila nel candore del tuo sorriso
e nel canto, rompe la monotonia disanimata
rosicchia il tempo a candidarsi al primo posto
nella corsa al passato, nessuno mi anticiperà
scrollando la testa sorvolerò questa terra
e le mie remore, sanguinano con le caviglie
e mi sento male se aspetterò domani solo,
se il mio tempo lascerà un solco appena accennato
per ricordare un sogno un momento
che è già passato, che regala un sorriso
solo a chi non ha dimenticato il mio.
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