Scritto da © Stefania Stravato - Gio, 19/01/2012 - 13:50
Resta
a vagarmi
dentro
come il grecale
che a furia si distende
sulle dune della notte
dentro
come un rivolo
che nasce
dalla purezza della neve
lento
scorrimi le vene
di un bacio lungo
che mi scivoli
al volo dell'oblio
restami
avvolto
a sfiorarmi
di sorpresa
con mille tralci
rubati ai mandorli in fiore
restami
ancora un po'
ché già calpesto
l'ultimo velo del tramonto
e sii voce muta
a rispondere d'argenti
a questo canto che ti cerca
prima che sia cruda e nera
l'ansia dell'onda
a stringermi il fiato
nella discesa all'abisso
dove non fiorisce mai
l'odore delle rose
che s'aprono d'inverno.
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