Scritto da © Raggiodiluna - Mar, 09/12/2014 - 01:44
Non ricordo più gli anni ma posso dire che adesso l'albero è vecchio ... o sono vecchi i miei gesti che sto osservando mentre scarto i rami da ricomporre.
Lo scatolone sullo scaffale, nel solaio, si è ben conservato, sembra nuovo di magazzino e anche dell'albero potrei dire la stessa cosa ma mentre sto in ginocchio, come fossi in adorazione, i vari rami che ad uno ad uno devo ricomporre, li sento invecchiati e sgualciti. Si, sgualciti da tutti gli anni in cui sono rimasti pressati e messi in fila per essere contenuti in quel piccolo rettangolo di cartone.
Quante le storie, quanti momenti ispirati alla gioia in un gesto comune.
Immagino il momento di decidere.
C'è sempre qualcuno che butta giù la classica frase: Dobbiamo fare l'albero!
Inizia il tranbusto.
Per qualche giorno si verifica una veloce trasformazione della casa perchè fare l'albero è anche mettere fuori tutto il materiale per renderla luminosa.
Sono gesti comuni ma per ognuno c'è un'aspettativa diversa. Quest'anno la mia aspettativa è celata dietro a quelle domande che mi sono fatta e che non hanno avuto le giuste risposte, ecco perchè sento ruvidi e sgualciti i rami. Respiro lentamente mentre allargo gli ultimi elementi, cerco di dare un movimento per rendere armonioso il verso e garantire all'albero l'aspetto più simile al reale.
Certo, l'albero vero... ma quella è tutta un'altra cosa.
Ostentare non è più di moda, anzi...è la spontanietà che mette a nudo il bisogno del cuore, la ricerca di quel calore che non si trova facilmente.
Ricomporre i rami e la metafora perfetta per dare compattezza ai valori, ricomporre affetti, legami strappati da orgoglio e paura. Il buio del non vedersi dentro è come cercare, con le mani avanti, per non andare a fondo.
Cercare la luce è già un primo segno e... che... magari a qualcuno possa venir voglia d'imitare.
E' più di un'ora che apro rami, sono al giro finale e intanto ho già in mente come disporre luci e addobbi riutilizzando rigorosamente le vecchie cose.
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