Piccolo cenno:
L'uomo è ciò che ama...
« Infatti, ciascuno è ciò che ama. Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? Che cosa devo dire? Che tu sarai Dio? Io non oso dirlo per conto mio. Ascoltiamo piuttosto le Scritture: Io ho detto: "voi siete dèi, e figli tutti dell'Altissimo".
Agostino fece riflessioni anche sulle passioni e sui desideri dell'uomo; egli affermava che, esistendo volontà in tutte le passioni, le passioni altro non sono che la volontà stessa. I vari sentimenti umani non sono altro che l'espressione e la manifestazione della nostra volontà; tale legame fra volontà e sentimenti è testimoniato dal sentimento più forte, ovvero l'amore. Agostino intende l'amore come il motore della volontà, la tendenza naturale dell'uomo ad ottenere un certo bene, e tale tendenza è continua e costante: non esiste, infatti, una sola azione dell'uomo che non sia generata da tale tendenza. Dunque, se la volontà è ciò che più di ogni altra cosa caratterizza l'uomo, egli affermava, l'uomo è ciò che ama. Il problema morale proposto da Agostino dunque riguardava il cosa amare, e non il perché amare o se amare. A questa domanda, Agostino rispondeva che, tra le infinite cose che si possono amare, si possono distinguere due vie d'amore: l'amore per le creature, che porta al disprezzo del Creatore, e l'amore per il Creatore, che porta al disprezzo delle creature. Il punto centrale della morale agostiniana è proprio la "carità" (dal latino charitas), intesa nel senso originale di amore, che deve tendere verso Dio, poiché Dio stesso ne è sorgente; infatti, se la volontà procede naturalmente verso un qualche bene, seppur basso, dunque deve e può procedere verso Colui che è il Bene Assoluto, poiché il Bene Assoluto richiama l'amore come l'amore richiama il Bene Assoluto stesso. Riassumendo in una frase il pensiero morale di Agostino, egli stesso dice:
« Dunque, una volta per tutte, ti viene proposto un breve precetto: ama, e fa ciò che vuoi. Se tu taci, taci per amore: se tu parli, parla per amore; se tu correggi, correggi per amore; se tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell'amore; e da questa radice non può derivare se non il bene. »
(Agostino d'Ippona, "In litteram Ioannis ad Parthos", discorso VII
Mi rivedo molto nel tormento di S. Agostino, nel volermi spiegare e dare senso a ogni cosa.
In quest'uomo la ricerca della Verità lo spinse a fare delle scelte, anche drastiche sugli affetti.
Scoprire alla fine che la Verità non ci lascia, resta sempre nascosta nel nostro cuore, le dormiamo accanto e ne sentiamo il respiro anche se dalla nostra bocca alitiamo bugie.
Studiando i vari autori, in fondo tutti si somigliano per la sete di verità e ognuno si distingue per come l'interpreta.
In fondo come facciamo un po' tutti, con più o meno impeto e passione.
Credo sia sempre interessante interrogarsi!
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