Scritto da © Franco Pucci - Sab, 13/02/2010 - 20:53
Metamorfosi in atto o periodo di involuzione costante? Non amo le rime eppure mi sgorgano così, inevitabili, mi attendono al varco del pensiero e subito lo trasformano velocemente andando a cercare le parole come velocissimi correttori di Word. Così leggo e rileggo, in perenne dislessia mentale; monto, smonto e rimonto frasi con un susseguirsi di ricerca affannata di parole, verbi e assonanze ritmiche o baciate. Eppure il dire è così semplice: basta prendere un bel respiro e pensare di dover scrivere una lettera ad una vecchia zia ottuagenaria ecco, stanotte farò così, tornerò all’antico, come quando scrivevo articoli sul giornale locale e penserò a quella vecchia zia che forse le rime non le avrebbe capite, ma un bel discorso chiaro, diretto con verbi e aggettivi appropriati, quello sì che lo avrebbe letto e poi si sarebbe addormentata senza togliersi gli occhiali, crollando sul cuscino con un dolce sorriso sulle labbra…
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