Scritto da © Anonimo - Lun, 26/10/2009 - 10:02
Questa sedia è sghemba
ma regge macchie di piacere improvviso.
Ha una zoppia d’amore
- si potrebbe dire –
come dal pane scavavamo proiettili
a farci bersaglio
prigionieri poi cavalcioni nella continua resa
a risa
dominavi con strategie di labbra
alla gola
ai lobi
e gambe a compasso nei fianchi
e mani uragano dei corvini
e mento dolomite ardita
e un vulcano
dalla laringe liberava gioia
fatica dello slancio
spinta d’anche
ricadute a forgia d’aquilone
fiato corto
giacevamo a mente come posati marmi
al nudo di vergogne.
Dove sei ragazza?
Hai lasciato briciole
divise per cibo e panni unti.
Dove, ragazza, dove dondoli?
Io qui
sulla sedia sghemba
altaleno solo.
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