Nello scrivere si attraversano diversi stadi e così pure momenti più prolifici di altri. Sto giusto uscendo da un momento critico, e non posso negare che ho sentito la solidarietà e lo sprone di alcuni cari amici qui in Rosso Veneziano che mi hanno chiesto di ritrovare me stesso al più presto.
Inoltre ho potuto notare che nonostante la mia assenza prolungata non è mancata giornalmente un numero abbastanza buono di lettori anonimi che hanno continuato a leggere storie che avevo presentato nel passato.
E` importante, per chi scrive, di sentire continuamente vicino il lettore. I loro commenti ci ripagano dalle fatiche dello scrivere, e così pure è il sapere che molti altri ignoti hanno piacere di seguire i pensieri di chi scrive.
Per alcuni lo scrivere è un dono naturale. E` tutto facile, tutto viene spontaneo e naturale. Per altri invece sono un continuo spremere delle meningi, come si fa col limone per estrarre tutto il sugo.
Per me poi lo scrivere in Italiano è stato e lo è ancora una lotta continua nel cercare di rendermi comprensibile e con la minor quantità di errori. Non è facile rimparare la lingua, anche se è la lingua materna ma è stata trascurata per troppo a lungo. Nello scrivere e anche nel tradurre me stesso, troppe volte fatico a ricordare la dovuta fraseologia e così pure la parola più adatta in quel luogo per dare il dovuto valore al discorso. E` un continuo rieditare, correggermi, rivedere nuovamente. Un lavoro assillante e faticoso di anti-rivieni, e a volte mi sento mortificato dal disappunto di alcuni che volutamente rimarcano la mia incapacità.
Voglio rendere grazie ai nuovi amici che mi sono formato, del loro aiuto e della loro solidarietà. Lo scrivere e pubblicare in luoghi come lo è Rosso Venexiano è paragonabile per me come l’essere seduto in un salotto e conversare tra amici del più e del meno. Mi fa sentire di essere ancora Italiano, mi fa dimenticare la nostalgia di essere lontano. Essere tra voi e con voi è per me come l’essere in famiglia e cosi`, molto importante, poter scambiare pensieri, visioni, e comprendere le vostre erudizioni. Mi fanno pure comprendere di quanto andicappato lo sia, e quanto ho terribilmente perso nel mio passato di lontananza e che mai più potrò riacquistare.
Una vita vissuta all’estero presenta un numero infinito di cose piacevoli ma allo stesso tempo è pure una lunga vita di sacrifici, lotte, speranze. Troppe sono le rinunce che si devono sostenere e che mai ripagheranno, nel lungo andare, del piacere di lunghe amicizie e gli affetti di fratelli, sorelle, madri e padri ed amici vicini. Alla fine s’invecchia. Forse esiste il beneficio di non avere assilli finanziari. Molti di noi hanno raggiunto un’agiatezza finanziaria, ma ugualmente col raggiungere del tramonto della vita e con la mancanza della normale attività lavorativa, si sente maggiormente quella solitudine e mancanza affettiva di Patria e ricordi infantili. Si trova che la propria vita manca di quanto più sia necessario nella vita umana. Mancano i vincoli affettivi, manca il piacere della vita famigliare, e ci si ritrova con mille rimpianti.
Sicché cari amici sappiate quanto alla fine, voi siete più fortunati. Vivete nel vostro paese, parlate la vostra lingua, gustate i vostri cibi, siete riscaldati dal tepore del sole Mediterraneo, e avete alle spalle una civiltà millenaria. Siete voi stessi, vi comprendete, e mai vi sentirete rinfacciare il fatto di essere ancora l’intruso in quel paese, che sebbene vi viviate da oltre tre quarti della vostra vita non sarà mai il vostro per mille piccole e grandi considerazioni.
Qui è, dove termino la mia chiacchierata odierna. Siete nel periodo estivo e vi auguro buone vacanze. Forse con un po` di volontà ricomincerà il mio ritmo nello scrivere. Cosi a un presto arrivederci.
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