Scritto da © ElfoGuerriero - Mer, 12/05/2010 - 00:38
Un mattino di ottobre
può sapere di pane croccante
di rugiada che imperla le scarpe
mentre l'alba si cambia di pelle
una pioggia può scendere quieta
e indugiare nell'aria come fumo di pipa
ma la fame, quando è sazia la pancia
ti sospinge comunque in cammino
Non mi serve guardare il colore del cielo
ce l'ho addosso a mutarmi le vesti
a impregnarmi la pelle come olio di cedro
come mosto affinato nei lunghi meriggi
il silenzio non è mai abbastanza
ci vuol calma al fluire del sangue
per udire gli sguardi che dal verde ormai stanco
vanno ancora indugiando su quell'io vagabondo
Siamo fatti di pane e di luce compressa
e l'ottobre che bussa alla porta
non è un morto sorriso che regala illusioni
ma un crepuscolo che si fa arena
palcoscenico umido e fresco
senza posti a sedere o sipario
ma il comune bisogno di stare a sentire
tutto quel che ha da dire il silenzio
Perchè l'eco sommesso di una cosa taciuta
non incide i suoi segni nella scorza dei giorni
ma nel liquido canto del profumo del pane
ogni cosa è già detta
e conoscerla puoi.
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