Prime riflessioni - Il pane con l'olio | Prosa e racconti | Giuseppina Iannello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Prime riflessioni - Il pane con l'olio

Graziella venne, senza essere chiamata, nel primo pomeriggio. Nel vederla, mi sono rincuorata ed ho pensato: “Non mi ha dimenticata; era da tanto che non la vedevo.” “Graziella,” disse la mamma, “meglio tardi che mai,” volendo dire forse, chi non muore si rivede. Graziella le rispose: “Signora, i miei padroni, pretendono tante cose...” Ed io capii che lei, con i genitori, doveva sottostare per vivere alla meglio... L'avrei abbracciata... La mamma, poi le disse: “Graziella, lo so bene, che sei una signorina... ma Iginia è sola... è ancora una bambina... vedi di accontentarla.” Graziella: “Sì, lo so, che Iginia è piciridda; mi fermo una mezzora e andiamo su, in terrazza.”

“Graziella, vieni,” e le davo la mano... Salimmo gli scalini, piano, piano, ché alcuni erano rotti. In terrazzo, guardammo il panorama, le campagne, a fianco del laghetto... Tutto era pace... L'aria solatia, e quel silenzio, quasi mi opprimeva... Scendeva in cuore una malinconia, che oggi comprendo quasi come allora. Graziella mi propose: “Ci sdraiamo? E conversiamo sul nostro avvenire?” Le rispondevo: “Se ti va, proviamo... Papà fa sempre i bagni di sole.” Ci distendemmo, sentivo il calore del lastricato... E così dicevo: “Certo che il sole, è una gran bella cosa, ti dà calore... oggi di più ancora, perché mi sembra d'esser spensierata... Sapessi, in altri giorni che tristezza... guardare intorno... e sentirmi sola...”

La mamma ci chiamava: “Graziellaaa... Iginiaaa... Veniteee...” E Graziella mi disse: “Vado io che son più snella;” la mamma le diceva: “Ho preparato per voi una merendina: pane fresco, con l'olio...” Graziella prese entrambi i due panini, ringraziando. Risaliva, entrambe sentivamo l'appetito ed il sapor di quella mite estate. Sentivo una dolcezza indefinita... e non ricordo più, per qual motivo noi conversammo sulle nostre mamme. Graziella disse: “Il giorno della mamma, io le regalerò le calze di filanca, color fumo di Londra.” Mi domandai: “Che cosa mai ci trova in un paio di calze?” Io le risposi: “Ho pensato ad un anello... Ma non ho i soldi... Spero che mi aiuti, papà, intuendo il mio desiderio. Se non potrò donarle quell'anello, io per lei scriverò una poesia; non so se sono in grado, ma di una cosa, so d'esser sicura: vorrei che la mia mamma, per la vita restasse insieme a me... Se non sarà, a causa di una cosa, che mi vergogno a pronunciare, io scriverò per lei... Saranno quelle le poesie migliori, perché lei conta più della mia vita.”

 

Il miracolo di Padre Pio

 

Da qualche giorno, tu non parli mamma; il colorito sulle guance è spento e i tuoi occhi stellanti, san di pianto... Mamma cos'hai? Intuisco qualcosa, perché ieri, ritornata col babbo da Messina, ti sei seduta nella verandina, senza pensare al pranzo... Hai scartato il regalo che avevi sotto braccio e, non volendo hai detto: “L'ho comprata per strada... Non è certo un regalo appariscente, ma abbiane cura perché, probabilmente, questo è l'ultimo dono.” Era una bambolina; non ebbi altre parole, se non quelle che sentivo affiorare: “Mamma, cos'hai?... Non piangere... ” Tu rispondevi, ma tranquillizzarmi: “Non è niente... Fra poco la tua mamma, andrà a Messina per un intervento e, spero tanto, che nella mia assenza, tu e il fratellino, non sarete soli.”

Trascorsero altri giorni; io rimanevo sola con i miei pensieri... La zia Maria non c'era, era in Baviera. Io ti sentivo mamma: in silenzio piangevi; eri spaurita... La tua fragilità era la mia.

Solo una volta, Graziella era venuta: fu una visita lampo, per futili motivi. In quel frangente, mi appartavo con lei, mi armavo di coraggio, e le dicevo: “Graziella, per favore, ho bisogno il tuo aiuto: mia madre, deve andare in ospedale: ci sarai per quel giorno? Io ho paura...” Graziella non rispose, mi dispiace... Ma si affrettò a dire: “Devo andare, con la mia mamma, fuori di città.” Poi se ne andò. Rimasi molto sola... Con i miei pensieri... La mamma era nella stanza adiacente e faceva fatica a riassettare... Si chiuse tristemente la giornata. Il dì seguente la sentii pregare; poi... Mi prendeva a braccio... Strascicando prendeva in braccio il mio fratellino... Davanti a all'immagine di Padre Pio pregava: “Padre, sono una donna... Non mi reputo immune dalle colpe, ma questi miei bambini, che faranno, senza la mamma?”

Non riuscivo a capire, o non volevo; bisbigliavo soltanto: “Che cos'hai?”

Ma dopo un ora dalle sue preghiere, qualcosa accadde: il polipo uterino, miracolosamente si scioglieva in una emorragia e la mia mamma ritornava in vita.

Come rinata... A tutti, emozionata raccontava del miracolo avuto. Chi aveva Fede, non espresse dubbio; chi non l'aveva, cercava ogni scusa per dire che la Fede non aiuta, e ciò che avviene, fuori dal normale, è suggestione.

 

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