Scritto da © Franco Pucci - Ven, 17/12/2010 - 20:19
Galleggiava altera e impettita, a volte rotolando
s’immergeva e scompariva per riapparire capovolta.
Il viso bruciato raccontava il sale di mille mari avversi
mentre piano, dondolando lentamente, si avvicinava.
Improvvisa nel gorgo s’inabissò per riapparire vicina,
il suo sguardo ligneo e fiero m’interrogava divertito.
L’ultima capriola rese i resti della sua bellezza antica,
dea giunonica scolpita dalla vanità degli uomini.
Il sorriso riarso si spense in una smorfia sghemba
rotolò nuovamente e s’immerse per non riapparire.
Lentamente alzai lo sguardo all’orizzonte, dondolando
in lontananza un pezzo di legno galleggiava distratto.
Si allontanò inseguendo docile i capricci della corrente.
L’immagine di quel sorriso spentosi improvvisamente
è rimasta scolpita nel mio cuore come stele a monito
della caducità della bellezza, effimero volo del tempo.
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