Scritto da © Hjeronimus - Mar, 25/01/2011 - 08:36
Due si amavano. E una volta lei gli domandò: - Chi sei tu? Io non ti conosco.
E dacché lui soleva passare il suo tempo siccome me, qui, ora, le rispose: - Io sono quello scritto. – E come s’avvide che l’ombra dell’interrogazione anziché diradarsi, si fece più fitta nel di lei sguardo innamorato,
concluse: - Si rimprovera solitamente a certe persone di tenere un atteggiamento letterario, di vivere le loro vite come canovacci, trame di film, come feuilleton. Per me vale esattamente il contrario. Io sono la scrittura che si dà atteggiamenti umani. Sono l’antropomorfo delle lettere, la carne imaginifica delle parole e della tipografia. Puoi amarmi, leggermi e depositarmi in biblioteca, quando sei stanca di me. Poi magari un giorno vorrai leggermi ancora e mi caverai fuori di lì e mi aprirai, sfogliando le mie pagine e appoggiando sul tuo seno delicato la mia polverosa copertina. E io ti ricoprirò di B, di A, di C e di I, o mia adorata.
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