Scritto da © Anonimo - Mar, 09/02/2010 - 23:41
Tutti coloro che vollero la piazza dei gigli
portarono una stoffa bianca
per parlare.
Quando si raccolsero insieme,
sventolarono una idea muta che capì anche il vento
passandovi accanto.
I contrari non erano al bar, né si dettero per vinti.
Cominciò il mormorio da un caso di sollecitudine:
i bimbi avevano innocenze nette;
quelle donne di paese li spinsero a piantarla.
Nessuno - e mi si creda: nessuno! - obbiettò sulle fontane;
aspettando le tenebre,
si raccontarono l’innaffiatura di un domani.
I contrari, poi, tutto negando, e ancor più adducendo ragioni di luce,
accecarono la notte aggredendola nel buio.
Non si potè quindi il giorno seguente, né il successivo, o il mese del sole;
e fu sempre sera:
per anni
e, forse, ieri.
Ora, i bambini della piazza dei gigli,
non possono i giochi dei prati:
con le verdi cortecce stanno alle aiuole
come alberi mancati
esposti agli arnesi.
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