Piano.
Mi seggo piano,
senza rumore…
Lo so che non ti svegli,
ma resto accorto
e faccio piano;
in mente quel che dicono
comunque di parlare,
recitar qualcosa,
mentre il mondo
sa che dormi sola….
Mi chiedono la mia parte
all’etica della decisione…
Ma io non penso,
non dico…
maschero incomprensione
e non so far’altro
che muovermi piano….
E parlarti con la mente….
Ti guardo
e penso ai campi
che ondeggiano d’estate,
vento lieve in un mattino
che invisibile la mano
va a piegar leggere
le spighe bionde…
E penso,
pensando a te,
all’azzurro morente delle sere,
al fiato di un sospiro,
agli occhi non vendenti
che invece son sicuro
che sorridono,
come facevi quando
eri ferma tra la gente
statuata da un tramonto
o in mezzo
a quella ch’era corrente,
di metropolitana…
Penso alle albe corrucciate
lassù,
quel ieri in normandia;
alle rondini garrince
quel giorno ad agadìr…
Penso i colori tuoi
dei quadri
e quelli dei tuoi sogni
e li mescolo nei miei,
ci traggo al dito
i tuoi contorni
col pianto di un bambino
che ha perso
il suo succhiello
o fa solo lacrime
in un capriccio a caso…
Piano…
Sfoglio di un giornale
un mattino in un caffè…
lo penso col pensiero
che dorme lì con te…
e m’aggiusto… piano…
su questa asettica poltrona
in cui vivo senza te
mentre tu non vivi
nonostante me….
piano….
piano…
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