Eskimo color militare comprato a poco prezzo alla bancarella della “ Fiera di Senigallia” a Milano in Porta Ticinese, jeans Levi’s rigorosamente originali, Zippo nel taschino per accendere la Marlboro necessariamente di contrabbando, ed eri pronto per il tuo debutto ufficiale nei mitici anni ’60. La periferia di Milano mano a mano si riempiva di immigrati venuti dal sud in cerca di lavoro e del “miracolo economico”. Sedici anni o poco più, che ti fregava di tutto questo? Troppo giovane per aver vissuto veramente la guerra e per poter godere dei vantaggi che quel tempo offriva. Tutto allora ti sembrava a portata di mano, bastava allungarla…Come al cinema, quando cercavi conquiste facili e trovavi solo vecchie carampane in cerca di giovani emozioni. La domenica quando eri in “grana”, (ossia tuo padre mosso a compassione ti aveva allungato un paio di mille lire), facendo collette tra gli amici provavi l’emozione della variante trasgressiva alle feste in casa: andare a ballare in qualche balera dei paesi limitrofi rubando la bici al “prestinée, ” (fornaio) e mentendo spudoratamente sulla tua età all’ingresso della sala da ballo. Cercando di assumere aria da vissuto “playboybagninoriminese” alla Piero Focaccia, cercavi di rimorchiare robuste contadinotte paralizzate sulla panca ai bordi della pista da ballo: “Permette signora, mi guarda da un’ora vuol dir che stasera si é accorta di me… Balla? No! Sono impegnata…." Mitici anni ’60!
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