Scritto da © Sohbro - Lun, 29/11/2010 - 10:11
Darei un calcio a tutti questi miei pensieri che si avviluppano nella mente a formar nodi, duri e tenaci, come una maledizione. C'è nebbia stasera e la linea dell'orizzonte, da lontano, sembra dissolversi in strane figure, come di sirene danzanti. In lontananza una vela o, forse, è solo un gabbiano che vola radente l'acqua e nella luce del crepuscolo appare d'argento. Ecco, più in là, la croce nera di un'altra nave. Un'altra solitudine, lo stesso destino. Sono solo e su queste fredde acque tarda sempre ad arrivare l'alba, mentre anche anima e pensieri diventano umidi e questo rosso mare risuona intorno di antichi canti melodiosi di sirene incantatrici. Lontano, delle luci. Un porto? Fisso e scruto l'orizzonte che non può nasconderti a me e qui, ora, sento che ti amo. Ti amo anche tra le fredde cose che mi circondano. Affido i miei baci e i miei pensieri ad altre navi che vanno per il vasto mare verso dove il mio desiderio le spinge e dove, lo so, non giungeranno mai. Ed io mi sento dimenticato come quelle vecchie ancore abbandonate sulla spiaggia. Ho fame di vita e questa vita mi obbliga ad amare ciò che non ho. Tu sei così lontana, irrangiugibile! La mia noia, questo disagio di esistere, affrontano, uno per uno, questi crepuscoli lenti e sempre più tristi. Per fortuna che manca poco alla notte che comincerà a cantare i suoi versi, mentre la luna rifletterà mille suoi sogni sull'acqua e le stelle del cielo mi guarderanno con i tuoi occhi. Un'unica e dolce melodia a tenermi compagmia in questa magica notte: il tuo nome sulle mie labbra. Come una preghiera.
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