Scritto da © pedronessuno - Ven, 06/09/2013 - 17:53
L'ultima consolazione è stringere
nel palmo, insieme alla penna,
la bellezza che stinge
un istante dopo essere esplosa.
E' il volto degli sconosciuti sul treno,
la voce collettiva dei ruscelli
il vorticare muto delle galassie
o il giornale abbandonato nel sole di un giorno
qualunque. E' la mia felicità:
la bellezza e ogni forma del mondo,
la mia preghiera e il mio flagello:
la volatilità del creato.
Ecco sono felice
e triste insieme, ho nostalgia
del futuro e vorrei trattenere nel pugno
tutto ciò che amo.
Ma solo la penna rimane
e traccio un ricordo
prima che tutto svapori.
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