Scritto da © pedronessuno - Dom, 07/04/2013 - 19:32
E dire che avrei tanto bisogno di parlare di me.
Un grande silenzio, c’è dappertutto.
Lo senti?
Forse se tu fossi uno straniero,
uno di quelli che non capiscono neanche una parola di quello che dico,
allora potrei raccontarti tutto senza paura di essere frainteso.
C’è la morte,
e questo è un dato di fatto,
magari se ne parliamo troviamo una soluzione
insieme,
a tutto questo movimento
di grandi cose che si sbriciolano e si sfaldano nei cieli,
un giorno dopo l’altro.
C’è l’amore,
e questo cosa c’entra con la morte?
Ma ti giri sempre dall’altra parte quando ne parlo.
Avrei bisogno di dirti queste cose e tante altre:
la luce che cresce sul mare è un vapore crudele
e bellissimo, scompare per lasciarci affamati di lei.
Avrei bisogno di capire un po’ meglio quella luce.
Forse poi ci sono tutte quelle altre cose, sai
come quando ti faccio del male senza farlo apposta,
perdonami è la risposta, non so cosa faccio,
come quando non c’è più voglia di fare l’amore,
come quando si va avanti finché continua la discesa
e i sentimenti si prosciugano come torrentelli d’estate,
sai, quando fingi con tutti quelli a cui dici di voler bene
e invece non provi proprio niente di niente di niente.
Chi sono?
Eh già, c’è pure questa faccenda.
Chi sono…
Un mostro? Un’emozione rinsecchita come bava di lumaca
sul portico di casa dopo una grigliata estiva?
Un cuore sottovuoto, un’anima maledetta?
L’Anticristo.
Ecco già vedo schiere di zanzare radunarsi alla luce della mia finestra,
adorare il signore delle mosche.
Ho comprato un affare elettrico che le friggerà tutte
e renderà le mie notti insonni per altri motivi, non meno pruriginosi.
Ecco, sì, ci sarebbe anche tutto questo,
per qualcuno che volesse ascoltarmi,
comprendere senza capire.
Ma poi rimane
quella cosa nera e cattiva
alla fine di ogni discorso
e tutto il resto perde di consistenza
come il sole che s’affloscia sul mare là in fondo:
è la morte,
non girarti dall’altra parte e rispondi,
te ne ricordi?
Si inventa miliardi di modi per farti soffrire,
più crudele di un pazzo assassino.
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