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Olocausti

Primo freddo di A. Iurilli Duhamel
 “Nel corso della Storia , c’è stata immobilità  da parte di coloro che avrebbero potuto agire, indifferenza da parte di quanti  avrebbero dovuto indagare di più e, silenzio da parte della giustizia,  quando avrebbe dovuto farsi sentire maggiormente, piuttosto che  consentire al male di trionfare“
(Haile Selassie)
                                                                                                          
“La grande minaccia alla libertà è l’assenza di criticismo”
(Wole Soynka)
 
"Finchè la storia della caccia verrà narrata dal leone, sarà sempre  una storia che glorificherà solo il cacciatore"
(Proverbio africano)

Non ci sono parole per urlare il senso di dolore e devastazione causato dai nazisti a scapito degli Ebrei nei campi di concentramento: l'eco dell’antica ferita,  rieverbera tuttora nelle nostre  coscienze, ed è lungi dall’essere rimarginata, mettendo luce   quanto la ferita inflitta a queste  vittime costituisce  un danno che grava sull’anima del mondo.
 
Ad Auschwitz però, come del resto negli altri campi di concentramento, compreso quello di Tarsia in  Calabria, non c’erano solo  gli Ebrei, assieme ad essi  mantenuti nella condizione di schiavi: zingari, omosessuali, prostitute, handicappati fisici e mentali , preti, liberi pensatori, e tutti coloro  che, per  una ragione o per  l’altra, furono stigmatizzati come dissidenti. 

Tutto questo orrore e perdite umane  avveniva  in una Europa insanguinata dalla II^ Guerra mondiale; milioni di persone innocenti furono uccisi  nei campi di concentramento, assieme alla perdita di 6 milioni di ebrei; 55 milioni di persone persero la vita  e tra questi,  25 milioni erano  russi. 
 
Nel giorno della memoria dell’Olocausto  altri olocausti chiedono pietà e attenzione. Ogni vita umana brutalmente tranciata, implora compassione.
 
Sarebbe giusto ed umano ricordare che la guerra che mise in ginocchio l’Europa, provocò  danni  incalcolabili causando traumi pagati dalle generazioni successive. In questo giorno quindi, sarebbe giusto ricordare  che le guerre si servono di qualunque mezzo per sdoganare i più bassi istinti  e legittimare qualunque forma di atrocità.
 
Israele ha imposto al mondo civilizzato la data del 27 gennaio per commemorare le proprie vittime, ma  è sempre più evidente quanto questa tragedia, sia stata utilizzata per la propria propaganda cercando  di distogliere l’attenzione del mondo nei confronti  dei  gravi crimini  a sua volta commessi nei confronti dell’umanità.
 
Basti pensare allo schiavismo perpetuato nei confronti dei negri o all’ingiuriosa verso  Palestina. Pretendere una posizione speciale di "vittima di guerra", è un atto  arrogante. In questo  particolare  sarebbe utile rinfrescare la memoria sul palcoscenico dell’atrocità da loro denunciata, che certo non fu  un campo di fiori,  bensì un terribile teatro di guerra dove  ad aver perso non sono stati solo gli Ebrei.
 
La propaganda che da diversi anni Israele caldeggia per fare guadagnare  alle vittime della Shoa  una  posizione di vittime speciali, è decisamente fuorviante; persino Esther Benbassa   direttrice   del dipartimento ebreo della scuola di  Alti Studi francese   afferma che  gli israeliani hanno trasformato l’Olocausto in una religione,  una roccaforte  che garantisce agli ebrei e agli israeliani un lasciapassare regale  nei confronti di una qualunque posizione critica circa il  loro operato.
 
In realtà in  nome dell’eccidio,  Israele e gli Ebrei dell’Europa occidentale, hanno beneficiato di  notevoli risarcimenti economici da parte della Germania,  sorte invece non toccata a quanti, pur perdendo la vita dei loro predecessori  nello stesso identico modo o  nella guerra di quegli anni,  non sono riusciti a vedere riconosciuto il danno subito. A ragione si  può parlare di una fiorente azienda Olocausto, che si alimenta grazie a   sensi di colpa ben posizionati nella coscienza dell’umanità.
 
Questa riflessione non vuole negare quanto è accaduto, né tanto meno offendere  i sentimenti di dolore di coloro che in questo tragico evento; hanno perso i loro cari, vuole semplicemente portare l’attenzione sulla redditizia   strumentalizzazione di una tragedia. Sfortunatamente le guerre sono aumentate e con esse  la bestialità dei vincitori. Puntualmente sono riemerse le solite manie di purezza della razza,  la "lavanderia umana " è sempre una fiorentissima azienda, sarebbe dunque  opportuno  segnalare come   la violenza è in netto aumento  tra le nazioni, ma soprattutto nelle relazioni interpersonali.
 
Si impone  una  seria riflessione sulle radici della violenza e le conseguenze nefaste per tutti nessuno escluso; nonchè  un  più preciso monitoraggio della costante  violazione  dei diritti umani, anche da parte dei cosiddetti  paesi civili.
 
In questo giorno che Israele  chiede  al mondo  di commemorare, sarebbe una buona occasione per cominciare ad ammettere che oramai non è più possibile nascondersi dietro l’Olocausto per giustificare i crimini commessi dai Sionisti e dallo stato di Israele nei confronti dell'umanità.

La storia è testimone di  una  vergognosa catena di genocidi e massacri, dovremmo ricordarli tutti con eguale compassione ed eguale indignazione ponendo un fiore in memoria di ogni vittima della violenza per non  dimenticare che  la  violenza va denunciata in ogni caso e sempre, dentro e fuori di noi.
 
testo e opera A.Iurilli Duhamel

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