Scritto da © giuseppe pittà - Sab, 19/11/2011 - 00:45
trovo
pezzi di cuore polmone e preservativi
sulla strada del mio domani già fantasma
incazzato più di ieri sempre meno di domani
come sulle medagliette del dorato cazzamore
quello che svendi ogni volta che puoi che vuoi
ricordandomi con nostalgia dei tempi del sole
con l'Angela che si chiamava ogni notte Katia
facendo il palo in minigonna gialla senza slip
in cima alle scalette più sporche di viaurbana
che fonde a metà l'amata gioia di viacavour
trovo pacchetti vuoti stropicciati di sigarette
frasi di svendite all'ingrosso negli ipermercati
qui dove la memoria si arrotola come un botto
spaccando vetrine rubando tutte le meraviglie
però mi compro i libri con la perfetta refurtiva
ci esce anche l'abbonamento in cielo all'opera
di questo soffio di primavera come solo a Roma
con Katia che mi raccoglie dopo il pieno di rum
alla base dei gradini più sporchi della scaletta
dietro il buio all'ombra della fermata della metro
in questo giorno umido la pazzia mi confonde
che mi restituisce gli odori del piscio di birra
nell'amabile soluzione di un destino da principe
nel regno complesso e volante del mio vampiro
di un uomo senza più tracce ma solo di orme
sul marciapiede polveroso di quest'ora notturna
sospeso nella corsa ai Fori riconoscerti da dea
nell'abito da esposizione per chi vuole amarti
così diversa dai miei sogni e da tutti gli ideali
così veramente uguale a tutti i sogni gli ideali
impiccato ormai con una bandiera tanto rossa
all'albero più gentile di questa mia sacra salute
così me ne fuggo un'altra volta senza ragione
verso un'altra vita per raccattare solo fremiti
ritrovando nel sangue il più macabro dei giochi
in questa cupa notte da emozionarsi senza rete
perché stringo il più malandato dei nostri cuori
sfidando la legge nel solo istinto che conosco
quello che beve salvezza alla pozzanghera
il mio
Lupo
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