Scritto da © 'O Malament - Mar, 03/02/2015 - 22:17
A me, vieni a me Madame. Sotto lo sventolio
della bandiera del cane e sei zampe, sotto lucide
tettoie dei suoi distributori d'autostrada, sotto le fette
d'ombra fin dove le lamiere arrivano, fin quando
i serbatoi sotterranei saran pieni e il ladrocinio
d'acqua vi sarà commesso o la manomissione
delle pompe, vieni a me Madame. Il tuo sorriso
il tuo sculettamento soddisfatto, la ria zoomata
mentre tiro fuori il portafoglio e chiedi, sono segni
di un destino infame cui mi devo assoggettare
essendovi costretto.
Sei mai stata posseduta? Dal dubbio che pur abitando
io lungo la direttrice di una strada divisa da simulacri
di fioriere ed un altrettanto reale Agip sfiorito di presenze
preferisca il valico di un automatismo telepassico e
divorarmi quegli undici + undici, fanno ventidue, quasi
un litro di gasolio, più le due bollette a fine mese, più le
commissioni bancarie per l'addebito bancario, più una
pasta alla crema appena scongelata, un cappuccino
senza ghirigori ed una pagnottella con salame mattutino
fosfatato che a te tanto piace mangiare bevendo da una
schioccante lattina Coka Zero
rinchiusa come una ladra da una porta scalcinata sul retro
del bagno delle donne alle sette e mezzo di mattina, dopo
avermi defraudato gli occhi?
Da dove provieni, di che parte sei del mondo, malandrina
che farfugli parole incomprensibili per me? Dimmi almeno
la tua razza: sei circassa, georgiana dal bacino ben costrutto
i larghi zigomi, occhi arcuati d'arcipelago e foreste, in questa
attillata divisa che sbandieri sotto l'obbligatorio berrettino con
visiera; la conosci la ricetta almeno del pollo alla circassa i-
nventata da una tua lontana ava ad Istanbul, nel palazzo
di delizie del sultano, a propiziarsi il letto della favorita?
Dimmi della gola che tendi deglutendo l'ultimo boccone
di quel sorriso strano mentre il sole fatica a sorgere pieno
e ramato, illuminato ancora dalla luce dei lampioni dove auto-
articolati ed auto-mobili, e uomini blu, donne, bambini, e vecchi
rimbecilliti ormai, sfilano da moderni automi, nemmeno
battessero le piste del Sahel con carovane interminabili
di sale, dromedari sl-inguazzanti e frutti proibiti del ritorno.
»
- Blog di 'O Malament
- 1011 letture