Scritto da © Antonella Iuril... - Ven, 06/01/2012 - 21:02
Jung nell'opera "Donne in Europa", (1927) afferma:
"Dio stesso non può prosperare se l'anima dell’uomo è alla fame".
"Dio stesso non può prosperare se l'anima dell’uomo è alla fame".
La psiche femminile può colmare questa carenza perché rappresenta la funzione di “Eros”, può quindi, unire ciò che “Logos” separata. Attualmente donna si trova di fronte ad un compito umano e culturale di enorme portata; per molti versi questa sfida può essere considerata l'alba di una nuova era e, dopo aver raggiunto una maggiore indipendenza economica e sociale, la donna può finalmente iniziare a realizzare aspirazioni molto più profonde e a far sentire la sua vera voce.
Può divenire colei che è in grado di costruire un ponte tra un’era che ha avuto bisogno di negare il passato ed nuova era che, invece, vuole recuperare tutto quanto è stato negato ed è andato smarrito. Può infrangere le restrizioni claustrofobiche e le superficiali atmosfere della nostra cultura dominante e ottenere uno stile di vita ma soprattutto aria più sana e respirabile.
Il ruolo della donna arricchito della maggiore consapevolezza dell’archetipo femminile somiglia a quello di una levatrice che media la nascita di una nuova coscienza maggiormente in grado di riconciliare gli opposti dando vita a nuove sintesi creative che sono la condizione di base di una maggiore capacità di rapportarsi con l’intimità.
Può riscoprire e ristabilire quelle relazioni con il passato che sembravano semiestinte ormai da secoli, può dare nuovo vigore a quei valori utili per la protezione della vita. Può porre fine agli esasperati giudizi esteriori che riducono la vita a semplici categorie, stigmatizzandola e demonizzandola a favore di una qualunque finalità di potere politico, religioso o commerciale. Può finalmente consacrare se stessa all’ambito sogno della propria indivisibilità e di quella della vita in generale.
Jung ha posto l’attenzione sul fatto che il destino della terra dipende dall’individuo, dalla capacità di donne e uomini di rapportarsi con la loro anima, di divenire coscienti di quelle parti più oscure e sconosciute della loro personalità: I sentimenti e gli istinti più profondi che sono alla base dell'immaginazione creativa.
Questa dimensione istintuale, nel corso dei secoli progressivamente separata dalla coscienza, è la matrice della nostra vita creativa ed è molto più antica e più saggia di quella parte relativamente giovane chiamata "Mente."
La consapevolezza della dimensione istintuale e l’immensità delle relazioni a essa correlate, rappresentano un salto evolutivo veramente importante ma ha bisogno di una perseverante integrazione nel nostro quotidiano se vogliamo evitare di cader vittime nelle mani di autorità politiche e religiose, che senza soluzione di continuità si pongono in termini utilitaristici, idelogici, dogmatici e collettivi piuttosto che nei termini di quanto sia realmente benefico per le persone che pretendono di dirigere e governare, vale a dire in termini etici piuttosto che politici.
L’immaginazione, la libertà e la creatività di un’intera cultura possono essere irrimediabilmente danneggiate quando viene meno la consapevolezza e la comprensione del condizionamento politico sociale e religioso nei confronti dell'istinti e dei sentimenti genuini. La riscoperta del principio femminile, equivale ad un principio di guarigione perché è portatore di rinnovata sensibilità che si pone come antidoto nei confronti dei danni perpetuati verso la natura ed il corpo, tentando di restituir loro la legittima sacralità di cui furono un tempo investiti.
La donna dunque, si riappropria della sua vera voce, dei suoi valori più autentici aspirando ad una visione di se maggiormente integra, mentre l'uomo si arricchisce delle nuove sembianze di difensore della vita , un ruolo totalmente diverso da quello antico; non più soldato bensì difensore e sostenitore dei valori spirituali che trascendono il desiderio di potere e di gloria .
Una natura ed un’umanità piagate e avvelenate sino al limite del non ritorno, attendono di essere guarite. L’armonia desidera sostituirsi al rumore e alla cacofonia, l’antica spaccatura che ha visto schierati il pensiero intuitivo contro quello razionale, le facoltà della mente dal corpo e dall’anima, necessitano di riparazione se desideriamo che il tempio della nostra umanità possa essere nuovamente illuminato dal fuoco sacro ed inviolabile della vita.
Le consuete barriere erette fra tradizione e modernità, hanno bisogno di essere appianate per mettere in primo piano, la priorità della guarigione della nostra anima ferita a morte, da secoli di distruttività nei confronti della natura dentro e fuori di noi, sopratutto se vogliamo restituirle la facoltà di illuminarci ed ammonirci dalla tendenza di ritenerci dei e dall’illusione di continuare a credere che la conoscenza possa sostituire la saggezza.
L’attivazione del principio femminile riporta a galla l’immagine di un’anima capace di collegarsi alla natura e alla vita degli istinti, carburante naturale ed essenziale della nostra immaginazione e della nostra creatività. E' un processo di trasformazione in cui, donne e uomini dotati di un certo grado di consapevolezza, si orientano verso nuovi obiettivi etici che hanno a cuore tutte le possibili interconessioni a livello biologico umano e sociale; a discapito del vecchio atteggiamento di conquista della natura, avremo la comprensione di tutti i suoi sacrosanti nessi biologici da cominciare a rispettare nuovamente, sperando di ostacolare il più possibile il corso degli eventi distruttivi, che follemente abbiamo messo in atto.
Di fronte agli imminenti pericoli abbiamo più che mai bisogno di rispolverare gli antichi sentimenti di relazione con la sacra terra e il sacro universo, rispondendo a quell’istinto che ci sprona a muoverci urgentemente per ripristinare l’antico atteggiamento di custodi della vita, uomini e donne uniti in una relazione di cooperazione per gli interessi della vita e quella del pianeta prima che sia troppo tardi.
opera e testo Antonella Iurilli Duhamel
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