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In un indefinibile futuro, dialogo di un allievo con il suo maestro

“Maestro, gli uomini del passato credevano in un essere superiore che chiamavano dio. Perché?”
“Cercavano delle risposte.”
“Risposte!?”
“Sì. Per quanto oggi possa sembrare impossibile, i nostri predecessori credevano che esistessero domande alle quali fosse possibile fornire delle risposte. Per ottenere queste risposte, credevano necessaria l’esistenza di un’entità spirituale eterna.”
“Eterna!?”
“Sì, capisco che questo concetto possa sembrarti incomprensibile. In quei tempi la morte fisica incuteva paura, e la si esorcizzava credendo in un mondo, o meglio, in una dimensione ultraterrena nella quale ogni essere umano avrebbe vissuto per sempre dopo la sua morte, in contatto con l’entità spirituale che chiamavano dio.”
“Ovvero, il creatore.”
“Bravo. In realtà furono gli antichi a creare un dio a loro immagine e somiglianza, gravandolo poi dei mali del mondo, relegando il bene appunto nella dimensione ultraterrena di cui ti parlavo prima, visto che non furono capaci  di trovarne, oggi diremmo di scegliere, anche solo un poco nella loro dimensione.”
“So che quel modo di pensare era regolato da una disciplina denominata religione, e che  presto entrò in conflitto con un’altra disciplina, la scienza.”
“Giustamente definisci religione e scienza come discipline, perché sai che infinite sono le realtà che ci circondano, come infinite sono le raffigurazioni con cui le possiamo rappresentare, e che non esiste una verità ma infinite verità, in base alle scelte che compiamo, abbiamo compiuto e compiremo. A quei tempi però si credeva in una verità unica, che aveva ragione di esistere solo disconoscendo le altre che pretendevano di sostituirla. Gli uomini che crearono un dio, rimanendo insoddisfatti delle sue risposte, cercarono di cambiarlo con un altro idolo, la scienza. Così, anteponendo alla necessità della fede, alla quale avevano affidato il compito di chiedere di credere senza capire, la necessità della logica che invece esigeva lo sforzo di capire senza necessità di credere, ritornarono al punto di partenza.”
“ Cioè?”
“Alla ricerca di risposte alle loro domande.”
“Ma in fin dei conti la religione aveva fornito delle risposte.”
“Risposte che furono ritenute valide finché non si resero conto che coincidevano con le loro speranze, in forza del circuito chiuso che si viene a creare quando il soggetto che pone la domanda coincide con chi fornisce la risposta.”
“Allora la scienza…”
“Come tu ben sai, o dovresti sapere, la scienza, così come veniva intesa allora, è uno dei mezzi a nostra disposizione per aiutarci a compiere le necessarie scelte.”
“Scelte che ognuno di noi deve compiere nel silenzio e la solitudine della propria coscienza, senza interposizione d’inutili orpelli e d’ingombranti concrezioni.”
 
 
 

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