Mi sveglio ma non so che ore siano, ma dai rumori posso percepire che già sia mattina. Il tuo corpo caldo l’ho indossato tutta la notte come un vestito. Sposto i capelli per guardarti ancora una volta. Non sono mai sazio di te. Il sonno cipiglio di una ragazzina. Sollevo il lenzuolo come un adolescente curioso per sbirciare i tuoi seni, scivolando lungo i tuoi fianchi, come se non scoprissi solo ora il tuo corpo, che pure palpitava e vibrava solo poche ore fa nei nostri amplessi. Percorro con la mano la tua figura, ma non voglio svegliarti. Il tuo sesso sembra una boccuccia che mi fa uno sberleffo. Lo sai quanto mi piaccia farti godere con carezze, la bocca, con le mani e le sue dita. Anche adesso non resisto: sfioro la tua fessura come una brezza; vorrei baciarla, prendere in bocca quel tuo piccolo bocciolo che adesso riposa tra le pieghe della carne, ma mi arresto. Posso aspettare, perché voglio te; voglio e richiedo il tuo desiderio, i tuoi respiri, i tuoi gemiti. Quando mi raggiungi in cucina, il caffè che delizia col suo profumo, non mi parli, ma mi baci come se anche tu dovessi saziarti. La maglietta che indossi copre appena il pube. Vorrei dirti che sto bene, che ho goduto delle tue carezze, dei tuoi respiri sul mio corpo, delle tue lusinghe appena bisbigliate. Le tue mani mi cercano ancora. Bevi il caffè e ti incolli di nuovo alla mia bocca, al mio viso, al mio petto. Sei bellissima, i seni tengono sollevata la maglietta. Cerco di scoprirli, ma con un gesto me lo impedisci. Sei seduta sulle mie ginocchia e il tuo sesso umido, invitante, poggia sulle mie gambe. La tua voce seducente è un sussurro che ormai conosco molto bene. Ti sistemi ai miei piedi e cominci a baciarmi. Le tue mani, come un soffio, mi sfiorano la pelle, e le tue labbra si avvicinano. La tua calma mi fa capire che dovrò aspettare. Mi ricopri ancora di baci. I respiri caldi e languidi accrescono il desiderio di te. Vorrei prendere e assaporare i tuoi seni, che sotto il cotone sottile sono turgidi con i capezzoli rigidi e impertinenti. Le tue gambe sono spalancate su di me, mi baci a lungo, profondamente. La tua lingua mi penetra rimescolando le mie viscere. Il tuo respiro mi inebria. Mordi le labbra, i tuoi seni sfiorano la pelle eccitata e fremente. Ti allunghi sul divanetto lasciando il tuo sesso offerto al mio sguardo, che ti segue sorridente. Le tue mani si insinuano clandestine nel tuo profondo. Hai gli occhi socchiusi, la tua bocca che mormora gemendo. Le gambe si contraggono e, ogni volta che le dite scompaiono, uno spasmo percorre il tuo corpo. I gemiti si fanno sempre più insistenti. Il sesso madido e congestionato accoglie quelle spinte schiudendosi come una conchiglia e, quando sfiori il duro bottoncino eccitato e pulsante, una smorfia di piacere ti segna il viso, I tuoi occhi che sprofondano nei miei. L'odore del tuo sesso dipinge l'aria del nuovo mattino. Mi avvicino a te, stringi le cosce, ora appoggi le tue dita sulla mia bocca, sulla punta della lingua che incontra i loro polpastrelli. Il tuo umore mi inebria come se avessi il tuo sesso spalancato sulle mie labbra. Sapore che porterò con me tutta la giornata.
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