Scritto da © Anser - Lun, 09/04/2012 - 23:01
Suonano, le campane. A pasqua.
Sui rutti di noia del mondo
(e del cielo)
sul silenzio della neve
bevuto da terra avida,
come il nostro cuore, di baci,
di colori di Gauguin,
della follia obliqua di Vincent (*)
che osa sfiorare
(illuso e sfiancato), la mente di dio.
Ogni spazio è pieno,
una salita di mente arresa
al vibrare di luci.
Perché non esiste amore,
ricordo d’orgasmi,
ma quel muto silenzio
che annienta il tempo,
con volute capricciose di fumo.
E allora, che suonino le campane!
Abbiamo bisogno d’un dio risorto,
per nascondere ogni cosa
e rivedere volti di donna
allungati (dal tempo e dal cuore).
Come una puttana di Modì (**)
persa a raccattare monetine
nei bordelli asciutti e amari
di gare Montparnasse
siamo ombre cinesi,
sensazioni di vita.
Collezioni di sogni
polverosi
nel fluire immobile del tempo.
(*) Vincent Van Gogh
(**) Amedeo Modigliani
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