Scritto da © Nievdinessuno - Sab, 16/02/2019 - 11:45
Vorrei che mi appartenessi, ed io appartenere a te, a quei tonfi negli sguardi, a quelle movenze da equilibrista, a quella sensualità che il tuo corpo muta ogni volta
come una macchia che si espande in una tela e poi esplode nel cosmo. Ad ogni respiro netto, ad ogni palpito rimasto accartocciato al ventre. Al tuo desiderio di fonderti, di unirti, alla passione di una luce che si addormenta dentro il mare. Ed un uomo che sa questo, non può ignorarti. Può solo riconoscerti, sentirti bussare alla porta, ridere, spogliarti. E sapere che non sei un corpo nudo, no. Non sei un solo involucro. Sei l'emozione e il momento, l'attimo che scorre e poi si ferma, l'equilibrio di un volo che non ha percezione di stare volando, se non quando ritorna su e viene raccolto dalla corrente. Sei incisa su Marte, su una parete di una roccia sconosciuta. Tu sei e basta. Il progetto di una favola nella mia memoria.
come una macchia che si espande in una tela e poi esplode nel cosmo. Ad ogni respiro netto, ad ogni palpito rimasto accartocciato al ventre. Al tuo desiderio di fonderti, di unirti, alla passione di una luce che si addormenta dentro il mare. Ed un uomo che sa questo, non può ignorarti. Può solo riconoscerti, sentirti bussare alla porta, ridere, spogliarti. E sapere che non sei un corpo nudo, no. Non sei un solo involucro. Sei l'emozione e il momento, l'attimo che scorre e poi si ferma, l'equilibrio di un volo che non ha percezione di stare volando, se non quando ritorna su e viene raccolto dalla corrente. Sei incisa su Marte, su una parete di una roccia sconosciuta. Tu sei e basta. Il progetto di una favola nella mia memoria.
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