Scritto da © Nievdinessuno - Sab, 25/04/2020 - 12:16
Guardo dal balcone,
non è ancora tempo
di incarnare gesti.
Bisogna attendere la notte.
La notte che s’infila
dentro l’omero dei giorni
ha passato la carne
mentre la città
risale le grondaie
del non esserci.
Così osservo ancora,
dalle radici di una ringhiera,
dalle tasche di un cappotto,
la notte che mima il corpo.
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Inserito da Virgo il Dom, 26/04/2020 - 20:42. #
Inserito da live4free il Sab, 25/04/2020 - 18:23. #
Tutto appare come sempre, giorni e notti si alternano, l'aria tiepida si tinge di sole, gli alberi, l'erba e i fiori danzano nel vento e le strade e le case sono lì, testimoni di un mondo reale che sembra non appartenerci più. C'è una nebbia trasparente e impercettibile, che si insinua tra le cose e le persone, diffondendo il male, la paura, il dolore, che ci priva di ciò che siamo.
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La notte che mima il corpo, con la sua argentea carezza può dove noi non possiamo, non ancora, ma ci fa osservare e desiderare, dal nostro angolo di mondo. Bella immagine, delicata come sempre.
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