Scritto da © Nievdinessuno - Sab, 17/09/2016 - 11:23
Fumo argenteo
fra le narici
è fato in condensa
melodia zoppa
squarciata la sera
sul volto assente
di una dolce lentezza,
dove naviga a solo
inverno alle spalle
come schizzo
di un colore assonante,
e sul mento
vezzo di brina
raffiche esauste
abdicano fra stelle
pareti di una pelle
che annuncia fame
per il corpo,
appena figure
lontani bisbigli
ritenuti disposti
fra i tralicci della sete
spiovono a suoni
divelti dal vento
verso la bocca,
e le gonfie vele
nei campi rafferme
come un pugno di voci
spargono i semi del Duca silenzioso
come nuovo gesto,
e da un lago piangente
si piega il freddo
come neve arsa
da nude torri di nubi,
così ché il sale
fu nuova semenza,
l’ultima terra
sul dorso degli aironi.
fra le narici
è fato in condensa
melodia zoppa
squarciata la sera
sul volto assente
di una dolce lentezza,
dove naviga a solo
inverno alle spalle
come schizzo
di un colore assonante,
e sul mento
vezzo di brina
raffiche esauste
abdicano fra stelle
pareti di una pelle
che annuncia fame
per il corpo,
appena figure
lontani bisbigli
ritenuti disposti
fra i tralicci della sete
spiovono a suoni
divelti dal vento
verso la bocca,
e le gonfie vele
nei campi rafferme
come un pugno di voci
spargono i semi del Duca silenzioso
come nuovo gesto,
e da un lago piangente
si piega il freddo
come neve arsa
da nude torri di nubi,
così ché il sale
fu nuova semenza,
l’ultima terra
sul dorso degli aironi.
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