Scritto da © Nievdinessuno - Lun, 02/05/2016 - 16:17
Ammiriamo gli specchi,
e le forme cedono
in un’unica mattanza,
credendo le rughe
portino un tempo a naufragare,
vele che soffiano
tra la pelle prona
sull’acqua,
poi si piegano
in curve,
increspature
non raccolte più
nemmeno per sete.
Quel giorno,
svendiamo sogni
per un sonno da balera,
e tra le monete
un bottone pende
più avaro, metallo
col quale fregarci le tasche,
ed il giorno seguente,
del vetro spezzato
unico il suono
spiove
tra le pareti,
appena
mangiamo i resti
imbavagliati
da una favola di gioventù.
e le forme cedono
in un’unica mattanza,
credendo le rughe
portino un tempo a naufragare,
vele che soffiano
tra la pelle prona
sull’acqua,
poi si piegano
in curve,
increspature
non raccolte più
nemmeno per sete.
Quel giorno,
svendiamo sogni
per un sonno da balera,
e tra le monete
un bottone pende
più avaro, metallo
col quale fregarci le tasche,
ed il giorno seguente,
del vetro spezzato
unico il suono
spiove
tra le pareti,
appena
mangiamo i resti
imbavagliati
da una favola di gioventù.
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