Il Duca Silenzioso

Qui è il postumo
battito delle foglie
a serrare porte avide d’aria
e umili sinfonie
d’idolatro attimo
inchiodato a terra
come ingranaggio di una notte ovale,

 

dramma di pareti
cosparse come cera
a mente più sorda
non fanno rumore
se non nel passo,
sibilo sospiro
ricamo dal petto,

 

dove il tic tac
disegna palpiti affini
a ciotole senz’acqua
imbevute a povertà
da un palmo predisposto
non più alla sete,

 

quando l’orbita
colpita da un’inversa croce
dinnanzi appesa,
muta il gelido singhiozzo,
si ferma all’ombra bianca
di una sagoma strema.

 

Dalla finestra
un capello rotea
geometria nel vento,

 

ballo disteso
sul comico bisbiglio,

 

così che possa
tramarne il silenzio

al di là del mento.