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T'elogio

Duemila anni di preghiere
nun manno fatto cambià idea
So sempre io
l'uomo comune
senza manco na virtù
Coi tanti vizi di un uomo uguale a tanti
onesto quanto basta
per evitare la galera
ma senza libertà
Mai che na donna se fosse ammazzata per me
Che avesse capito
il dramma mio
di un omo  nato già fallito
E chi se lo aspettava
Di perdere paradiso e cavoli
per delle zinne e qualche bucoj
Chi me lo diceva a me che na' donna
m'avesse messo al mondo
senza il mio consenso
e che n'altra donna mavesse torturato dopo sposa
per farmi sentire ancora più coglione
Che centra la poesia co' tutto questo
E i versi raffinati
 
 
Che quanno na donna ha versato del sangue per me
l'ha fatto solo perchè c'aveva il ciclo
e co sto' ciclo la solita rottura de' coglioni
Ai voglia a di: la colpa non è  mia
 
La mamma mia m'ha sempre tratto come un principe
invece tu, la donna mia, come l'ultimo degli ultimi
del tutto inutile
di questa società che non ha senso
per l'uomo come pure per la donna
 
 

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