Lirica di Vittorio Fioravanti
Stasera m'insinuo
nella spirale d'un suono remoto
nel meandro abbandonato
d'una consunta conchiglia
vulva slabbrata che penetro
nel sapore salmastro
d'un riecheggiare inesausto
d'infranti marosi
Navigo
così ad occhi chiusi
violando ristretti orizzonti
verso altri lidi e altri mari
di chiglia in chiglia
lungo scie di vascelli
pregni di venti violenti
le vele gonfie d'orgasmo
Seguo il flusso sommerso
d'ignare e calde correnti
come un sinuoso delfino
lungo folti fondali
tra impercettibili movimenti
di fili d'alghe e tentacoli
chele ritratte in attesa
l'argenteo guizzare
di mille aguglie
Fino ad emergere
in vortici di spuma e sale
relitto vinto sugli asperi scogli
d'un'isola d'alberi verde
per restarvi a braccia aperte
gli occhi immersi nel cielo
tra voli lenti di rauchi gabbiani
naufrago finalmente libero
nella mia libera mente
Ottobre 2003
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