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Minchia che casino che combinano i poeti!

Minchia che casino che combinano i poeti
mi pareva un altro mondo di placidi usignoli.
Che ne sapevo che litigare a tavola
menar le mani e pestarsi i cuori
fosse regola per prendersi
per le rime tra vecchi amici.
 

Non c'è cazzo di giornata senza un morto
una barella, un soccorritore del 118
qualcuno che impallina
qualcun altro impallinato
e c'è sempre un poverino che rimane tramortito
per la furia che divampa nelle strade.


 
 

A volte e per distrarmi, m'accendo la tivvù
il programma d' Antonella con la pasta la mattina
o di quell'altro che bisticcia con le rape
e sbalordisco mentre ascolto
il grande critico che litiga sui
sogni che ha fatto un poveretto giù in platea
 

e penso:
non c'è un cazzo più da fare
ci sono poeti pure in tivù
al parlamento
al tornio
per le strade
dentro casa
e sottoterra.
 

 

E chiudo:
Non c'è modo e non c'è terra dove in pace
si può stare senza poeti senza guerra.
 

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