Ho voluto correre per le mie mete,
la felicità di arrivare in quelle corse
dove un treno muove paesaggi
nella sua velocità.
Ho travolto scansando pensieri che volevano
parlarmi,senza essere ascoltati,
mi chiedevo sempre se quelle parole del
Leopardi fossero dedicate a me.
La solitudine è una lente d’ingrandimento,
Se sei solo e stai bene ,stai benissimo
Se sei solo e stai male,stai malissimo.
Quando per un non nulla ti fermi poi…
ti accorgi di ciò che quel treno ha lasciato
senza che sia stato visto,
ed è allora che quegli occhi si rendono conto;
nella realtà hanno perso la luce che ravvivava
gli attimi che cercavi,avendoli persi.
E come d’incanto il muro ti circonda,
chiudendoti tra quei cancelli
che si arrugginiscono lentamente,
in una gabbia dorata, in quella solitudine,
evadendola nei sogni più belli,
tra le speranze di finestre chiuse da inferiate,
senza scampo,
mentre il carceriere della tua vita ride,
bloccando ancora quel cuore che cerca l’evasione,
intanto che un’anima cerca di lanciarti una corda
per non finire in un abisso,senza ritorno….
Amfortas al mio angelo custode.
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