Scritto da © Max - Mar, 05/03/2013 - 11:41
James è tornato, sorprende, ti chiede.
Le sue scarpe sono prive di orme,
lasciano sfuggire il fango degli occhi.
Perché era lontano e tu lo ricordavi
sempre la mano destra ai capelli
che ricadevano incompleti e biondi.
Le parole sono nella sua sacca,
non si scostano dalla sua tasca lercia
e vorrebbero urlare l’odor del muschio.
Selvatico lo è perché era alce solitario,
odiava i corsi d’acqua e si specchiava
_ non nei riflessi delle lacrime di un ricordo_
nella gualcita sporcizia di una foto.
Come piace a te, rammendi le ferite,
carezzi la coperta sul suo corpo,
distendi il dolore fin troppo rannicchiato.
James non sa d’essere a casa,
non ha dimora, il suo sguardo è…
il possesso delle sue tasche vuote.
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