Scritto da © matris - Mer, 02/10/2013 - 15:04
Perdi occorrente sconfitta
vai a rimuginare lamenti nello stige
io oltrepasso e varco la soglia
transitandola a testa alta
sorretto dalla consapevolezza
che il lungo cammino
privato da doppigiochi esalti.
Guardo in viso sicuro gli occhi altrui
alimento, verità e consapevolezza
errando
e tra vivide fiacche vite,
improvviso il fiume
monta la piena e sbaraglia
tutto al passaggio, rincalzo, rimpiango.
Via di qui malesseri che dannano
via di qui tumori che mangiano vita
oltrepassate questa demarcazione
allietati da un non più ritorno
quella gioia nella agoniata verità... altrove forse.
Sopra un rustico amplesso di rovine,
la via scelta non si può annullare
non si può non ammettere che siamo stati vita.
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