Scritto da © matris - Mar, 06/05/2014 - 09:29
Carri, nei solchi tirano i buoi la sera
non si contorce più l'olivo ad aspettare
la vita che nei secoli passa,
regna la scelta nel fertile inoperoso suolo
ingrossato di rami ingordi e linfa
scorre anche nel tuo dolce sorriso
invitante a non lasciare mai
la frenesia di un volo libero
meravigliato e rovinoso
se il cadere lascia trance di terra non benedetta
a spiegare che non c'è che un Dio
solitario manovratore di anime quasi volesse
adunare schiere d'angeli fino alla fine del mondo,
brutale al linguaggio terricolo
il senza follia
reitera macinar reliquie da asservire alla mente
lasciato al posteriore l'universo ancora intatto
kronos pregustando attinge al pozzo del tempo.
Ti sia grata la genuflessione al padrone della vita
il non fuggire ai miracoli scansandoli,
e giunto al bivio della morte ignorarne l'esistenza.
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