Scritto da © Piero Lo Iacono - Lun, 22/11/2010 - 18:43
Nate intrappolate in un disegno immutabile.
Non potete ribellarvi al destino
che un burattinaio ortopedico
vi ha imposto e impartito.
Non potete contraddirvi.
Chiedere, disubbidire.
Recitate! Senza pensare!
Recitate Marionette!
Fili impercettibili
sottili
vi salgono su come bretelle
dalle spalle di legno….
E Iago è messo al mondo per compiere il suo inganno.
Giuda perché termini la sua missione…
Che colpa avranno?
Strumenti-zimbelli di un piano.
Pedine create per essere distrutte.
Al sollazzo e al passatempo.
Credi che piaccia a Desdemona
essere strangolata ogni volta?
E a Giulietta impersonare la sciocca marionetta
che scopre sempre il suo amore pugnalato e si pugnala?
Credi che piaccia ad Otello
dover sempre sgozzare l’innocente Desdemona
e fingere di ignorare
che Iago ordisca a suo danno?
Replicano se stessi all’infinito.
Soffriranno?
Nulla tu sai del loro dramma nel dramma incompiuto.
Nulla di una Cappuccetto Rosso (-e non sorriderne-)
costretta a quella catarsi di farsi divorare dal lupo
per provare il grande piacere della sua resurrezione.
“I am not what I am” (Iago in “Otello” di W.Shakespeare)
6-8-1996
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