Scritto da © mario calzolaro - Dom, 31/01/2016 - 10:31
Non avevamo nulla
se non la spina dorsale
ghiacciata di notti
senza speranza
né la carezza di violini
sui fianchi
seppe donare calore
avevamo voltato le spalle
ai delfini ed alle lucciole
e gettato ai cani l’oro
del nostro pane
come potesse saziare
lo stupido cicaleccio
ristretto e sempre uguale
dei mille usignoli
che l’imperatore aveva accecato
ma la Vita bussava alla porta
reale e libera da coercizioni
Ora si scioglie il ghiaccio della notte
e le lenzuola son fradicie d’aceto
Giunge da lontano
l’eco di una canzone
ma le sue parole
non son più le nostre
Non avevamo nulla
se non la spina dorsale
ghiacciata di notti
senza speranza
né la carezza di violini
sui fianchi
seppe donare calore
avevamo voltato le spalle
ai delfini ed alle lucciole
e gettato ai cani l’oro
del nostro pane
come potesse saziare
lo stupido cicaleccio
ristretto e sempre uguale
dei mille usignoli
che l’imperatore aveva accecato
ma la Vita bussava alla porta
reale e libera da coercizioni
Ora si scioglie il ghiaccio della notte
e le lenzuola son fradicie d’aceto
Giunge da lontano
l’eco di una canzone
ma le sue parole
non son più le nostre
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