è un interno rimestare tra le ire
nei furti dell'oro
incesti ai miei discreti silenzi
_ lento
questo masticare senza punte
nei mattini chiari, nei giorni che spiovono
al largo delle vele.
creatività inattesa
la parola è ramo richiamo
inoltrato al respiro
mentre accolgo lo spirito abbandonato
alle risaie
inesperte della vita
accostate alla tua
valgono le immanenze
che si seminano
in un manto di sostanze
che si fanno buie mentre ricordo
[ha tasti stretti la memoria]
è il coesistere di applausi
esplosioni del sole in quei giorni colorati
che baruffavano la mente
e ricordo che scendevo dalla bici, col sudore alle caviglie
mi soccorreva l'orizzonte
il cielo dinanzi al petto e allo sfondo
nella cornice del tuo volto
inciampai nella polvere dell'autunno
tallonando la cresta metallica del bosco
mi accorsi di quella che avevo
in tasca, con i mie tanti fiorellini bianchi
ho risposto alle voci
ai richiami spiritosi
all'impeto che
mi impiegò il passo. Incedere su incedere
mi avvicinai al monte incinto di erba
e quel tempo che mai mi aveva scosso
mi innalzò le tempie
verso gli scogli ripieni
mi tradirono quelle mosse interne
espresse nella luce che urlavo
impavida alle mani che ci scorrevano
e algida nell'acqua che tenevo
Avevo il vezzo di tirarmi i capelli e
portarmeli alla bocca
al fine di tacere
ma non aiutava, no
: me li mangiavo.
[fame nell'accoglienza]
avevo paura della poca miseria dei gesti
allora raccoglievo il mio e tuo nome
dalle tenerezze che mi suggeriva l'aria
nella dispersione delle sue danze
era come disperata la fantasia
che si accorgeva delle vite che avevo in grembo
volevo distrarti dalle pagine e dalle code
dalle innestate rimanenze, ma le stanze hanno materia
una scusa per il suono
in alto le nuvole
che innestano grigio nel suolo
allora decisi di coprirmi e
armami di te
nei seni densi dell'alba
e detestarmi
quando in cuore mi inebrio
lontana dai tuoi occhi rosa.
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