Scritto da © Marika - Sab, 23/02/2013 - 12:51
Per fortuna tu, alito dei sensi che nessun umano può recuperare. Trascendi il corpo, e l'anima ti rincorre, indefinitamente nel suolo di prime rime che intoni lungo i corridoi. Il mio orecchio si consola nel vuoto della stanza che si innalza alle Impressioni di neve, di fughe e razzie. Prendono corpo i seni divinamente riposti sui vassoi. Affrontarti a labbra dure è compito delle granate del giorno. Io non posso che raggiungerti col manto esteso dei miei sguardi. Sei gioia nei cortili, al lato delle staccionate che invadi coi tuoi canti. E suoni melodie che pizzicano le gengive, le tue mani assorbono i miei odori. Tutto si muove e si alza, ti segue fino ai bassi toni dell'azzurro, quando remo contro un'altra fine, ma è essa a finirmi. Stanchezza che batte sugli orizzonti, con l'ardore del tatto, e la resa delle carezze. Che ragione hanno quei chicchi destinati a perdersi, dietro le stagioni ...si portano a terra. Dammi la pace, fa sì che si diverta nella mente e nei ricordi, che si intrattenga con me, fra i graffi del ventre, e le bugie delle rose che bucano spine, tralasciando le radici.
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