Testo: Marida Lombrado Pijola, "L'età indecente", Milano, Bompiani, 2009, pp. 139-40
Voce: Ezio Falcomer
Video: Antonio Nazzaro
© Centro Cultural Tina Modotti, Caracas
Testo
Quello che mi rode è che mi guardano in quel modo, tipo come ti guardano questi quando sono convinti che stai male, e sembra che ti vogliono aiutare, però ad aiutare sono delle seghe. Per via dei neuroni contromano, pensano che è per un motivo e invece è per un altro, che non gli era venuto proprio in mente. E allora finisce che gufano, ti portano più sfiga.
Vabbe'. Mio padre e mia madre si sono separati, e allora? Non mi è mica successa una disgrazia, tipo, non so, l'Italia eliminata ai Mondiali al primo turno, o che mi hanno inculato il cellulare, o che si è rotta la PlayStation due. Per quanto mi riguarda, sto una crema. Primo: non respiro più l'ossigeno incazzoso, così si puliscono i polmoni. Secondo: cazzi loro. Terzo: a me cosa mi cambia?
Innanzitutto, per separarsi bisogna essere stati uniti, sennò cosa separi? Perciò, nel loro caso, da separare non c'era proprio niente, stanno separati come stavano prima, cioè, preciso uguale.
Vabbe', mio padre se n'è andato, ciao. Siccome lui non c'era essendoci, praticamente è meglio lontani da lontano, che non lontani da vicino, come prima. E siccome mia madre lo trattava a cazzo, praticamente è meglio se non lo tratta proprio, come ora.
E poi figlio di separati è scialla. Cioè, lo dicono tutti a scuola mia. Più di metà ce li hanno separati, i genitori, e dicono che un genitore separato c'ha i sensi di colpa, e perciò alza più soldi, stucca meno, ti dà più la molla, fai quello che ti va di fare e non ti dice niente.
"Devi imparare a lavorarteli," dice Fili, che ce li ha separati da sei anni. "Cioè, è un'arte." Dice che, in generale, devi parlare male dell'uno all'altro, così l'altro ti alza più euro e ti dà più la molla. Con tutti e due, devi fare lagne sul fatto che sei triste, e ti senti diverso dai tuoi amici, e la tua vita non è più come prima, e tuo padre ti manca tanto, e altre cose così, e alla fine ti allungano vestiti cellulari iPod motorini pc, qualunque cosa. "Magari," dice Fili, "te le scrivi queste cose qui, così ne dici due o tre alla settimana senza ripetere la stessa. Se puoi, fai pure finta di piangere qualche volta. Aiuta."
Fili dice che, per piangere, basta tenere gli occhi aperti senza chiuderli mai per tre o quattro minuti, e gli occhi diventano rossi, e vien giù una lacrima, anche due. Se poi ti viene da piangere davvero, allora piangi proprio: viene meglio.
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