Scritto da © Maria34 - Mer, 02/07/2014 - 10:00
Secondo dei sette pensieri:
2) LA GIORNATA (descrizione di una propria giornata)
Era una domenica mattina, di quelle mattine siciliane tiepide di primavera quando i colori si mescolavano alla rinascita del cuore, di tanti ma tanti anni fa, avrò avuto 7 o 8 anni e una gran voglia già allora di rendermi utile. Quel giorno io mi sentivo nell'anima di regalare qualcosa alle mie due donne, mia madre e mia nonna. Così non appena uscirono vestite col vestito della festa per andare in Chiesa io mi munii di secchio e straccio per pulire la casa e farla trovare linda e in ordine quando loro sarebbero tornare. Presi il secchio lo riempii d'acqua e facendo uno sforzo non indifferente lo poggiai a terra. La mia mania di fare le cose per bene mi portò a buttare un po' d'acqua sul pavimento allora di creta, ma non ancora contenta gliene buttai ancora e ancora fino a quando ahimè non riuscii più a tenerla a bada, mi scappava da tutte le parti, finì sotto il letto, sotto il comò e più io cercavo di raccoglierla più l'acqua s'infilava, sfuggendomi in tutti gli angoli della stanza. Mi prese il panico e i minuti anzi l'ora della Messa stavano finendo. Cosa avrebbero detto mia madre e mia nonna al loro rientro vedendo quel disastro? Quasi rassegnata ma non domata continuavo a raccogliere l'acqua cercando nonostante tutto di pulire, ma ecco apparire vestite a festa mia madre e mia nonna che appena entrate videro i vari laghetti per la stanza ed io che continuavo nella mia impresa disperata.
"Volevo pulire mamma" dissi per giustificare quel piccolo disastro "non ti arrabbiare".
Allora mia madre togliendosi lo scialle dalle spalle dolcemente mi tolse lo straccio e il bastone che avevo tra le mani e in poco tempo il danno fu riparato. Finito, mia madre mi guardò con dolcezza e per quel giorno il più buffo e bello della mia vita mia nonna mi regalò una monetina.
"Tieni bambina mia vai a comprarti un bel gelato". Quella giornata tiepida di primavera si concluse a letto con un bacio sulla fronte di mia madre e una bella storia narrata dalla voce antica e saggia di mia nonna.
Lucia Giongrandi
2) LA GIORNATA (descrizione di una propria giornata)
Era una domenica mattina, di quelle mattine siciliane tiepide di primavera quando i colori si mescolavano alla rinascita del cuore, di tanti ma tanti anni fa, avrò avuto 7 o 8 anni e una gran voglia già allora di rendermi utile. Quel giorno io mi sentivo nell'anima di regalare qualcosa alle mie due donne, mia madre e mia nonna. Così non appena uscirono vestite col vestito della festa per andare in Chiesa io mi munii di secchio e straccio per pulire la casa e farla trovare linda e in ordine quando loro sarebbero tornare. Presi il secchio lo riempii d'acqua e facendo uno sforzo non indifferente lo poggiai a terra. La mia mania di fare le cose per bene mi portò a buttare un po' d'acqua sul pavimento allora di creta, ma non ancora contenta gliene buttai ancora e ancora fino a quando ahimè non riuscii più a tenerla a bada, mi scappava da tutte le parti, finì sotto il letto, sotto il comò e più io cercavo di raccoglierla più l'acqua s'infilava, sfuggendomi in tutti gli angoli della stanza. Mi prese il panico e i minuti anzi l'ora della Messa stavano finendo. Cosa avrebbero detto mia madre e mia nonna al loro rientro vedendo quel disastro? Quasi rassegnata ma non domata continuavo a raccogliere l'acqua cercando nonostante tutto di pulire, ma ecco apparire vestite a festa mia madre e mia nonna che appena entrate videro i vari laghetti per la stanza ed io che continuavo nella mia impresa disperata.
"Volevo pulire mamma" dissi per giustificare quel piccolo disastro "non ti arrabbiare".
Allora mia madre togliendosi lo scialle dalle spalle dolcemente mi tolse lo straccio e il bastone che avevo tra le mani e in poco tempo il danno fu riparato. Finito, mia madre mi guardò con dolcezza e per quel giorno il più buffo e bello della mia vita mia nonna mi regalò una monetina.
"Tieni bambina mia vai a comprarti un bel gelato". Quella giornata tiepida di primavera si concluse a letto con un bacio sulla fronte di mia madre e una bella storia narrata dalla voce antica e saggia di mia nonna.
Lucia Giongrandi
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