Scritto da © Maria34 - Mer, 15/08/2012 - 17:52
La canzone scorre piacevolmente, ma con l'andar delle parole, un retrogusto 'dolceamaro', come certi ricordi, mi raggiunge e mi sovrasta.
"Ciao, ciao, bambina, un bacio ancora, ... ...
... vorrei trovare parole nuove, ma piove piove ..."
L'avevamo scelta come la "nostra canzone", anche se il tema non era proprio attinente.
Erano le prime ore, del primo giorno del 1958.
Una grande trasgressione essere fuori ancora a quell'ora.
Ma era un momento speciale, l'eventuale prezzo da pagare poi a casa, sarebbe stato risibile al confronto della gioia che stavamo vivendo in quel momento, e che nessuno ormai avrebbe più potuto portarci via.
Ricordo il primo bacio, un giardino pubblico, una panchina accanto ad un'edicola, ancora chiusa.
Passò un furgoncino per la consegna dei quotidiani del mattino, buttò a terra alcuni pacchi di giornali arrotolati, e noi per gioco, a cercare di leggere i titoli della prima pagina, per vedere se "il nostro amore era già di dominio pubblico".
Chissà se anche lei in questo momento sta vedendo e sentendo.
L'ascolto di questa trasmissione è solitamente altissimo.
Chissà se ricorda, cosa ricorda; chissà se anche lei in questo momento ricorda questo ricordo.
Che ricordo!
Chissà dov'è, con chi è. Sarà una bella signora, così come allora era una bella ragazzina.
Provo un leggerissimo brivido di piacere, come avvolto da una tiepida brezza di mare.
Ho la sensazione d'averla seduta qui, accanto a me.
Mi lascio andare al piacere di pensare che, a chissà quanti chilometri di distanza, o perché no magari nella stessa città, stiamo facendo la stessa cosa: la 'rivisitazione' di una meravigliosa emozione.
Vivere la stessa emozione nello stesso momento: quasi una complicità.
E la canzone va,
" ... è pioggia o pianto, io non lo so, ...
.... c'era una volta, poi non c'è più ... ..."
stefano franco sardi
09/03/12 - 037
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