Scritto da © maria teresa morry - Mar, 09/07/2013 - 21:40
Farò questo viaggio
e già mi duole la mano
alla presa della valigia.
Nemmeno si usano più, le valigie.
Ma io cerco la mia da qualche parte,
in pelle, con cerniere e fuori moda.
Sono già sul treno
me la tengo accanto
dondola leggermente,
tintinnano le chiavi in ottone.
Non è nemmeno colma
la valigia.
Riempita malamente con
un cappello piegato
un foulard fitto di grinze,
la camicia da notte stirata,
scarpe nuove, non si sa mai,
nella valigia.
Ho lasciato la casa
ora questa è la mia casa
la valigia,
sbattuta in stazione
spinta negli autobus
trascinata per strade occidentali
buttata tra le sedie di bar.
Ogni giorno più roba sporca
al posto di quella pulita
e pacchetti e cartoline
e saponi rubati dagli alberghi
biglietti di invito all’opera
giornali per i tempi d’ attesa.
Tutto può essere la mia valigia
Tutto può stare nella valigia:
sorrisi e qualche bacio
un discorso leggero davanti a un caffè
un arrivederci sapendo ch’era addio.
Anche un’andata senza ritorno.
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