Scritto da © Marco valdo - Sab, 18/04/2015 - 13:25
Lo si dice per amor di precisione, ma non muove di una virgola il risultato, non cambia di un grammo la sostanza, diventa un dettaglio trascurabile, una impalpabile patina, forse un po' opaca, tanto da essere confusa con il tempo che passa.
L'olio idratante fa brillare la pelle, il massaggio rimanda ai ricordi, il fatto che sia sola li rende malinconici, lontani, la musica della radio vi aggiunge una retorica ingenua, facile da digerire, piange, ma come fosse una specie di sudore, l'unico dolore e un ronzio di nervi dietro al collo.
Ora il pensiero supera il gesto, vede già il risultato e il cambio di rotta, è già dopo, quello che si era detto rimane come una vibrazione, con un sentore di vero, perché pensato e restato, ma senza apparente importanza, portanza, un ruscelletto invernale che resta secco con il bel tempo.
Un solco è pur sempre un solco, un segno di qualcosa che è transitato, troppo tempo è passato per ricordare, perché si è segnata la via? Si cerca il punto di partenza, quello d'arrivo, si accampano ipotesi.
L'olio idratante fa splendere quadratini di pelle, il corpo sfugge come un rettile al massaggio, prurito alle mani, i ricordi sono impersonali, la solitudine li rende compassionevoli, la musica voluta li riconosce, ma come un panorama o una strada, che si conosce ma non ti appartiene, gli occhi sono asciutti, ma come fosse una specie di pianto ateo, il dolore è profondo, un rumore di tamburo dietro alle spalle.
Lo si dice per amor di precisione, ma è solo un solco secco che porta da un punto all'altro, non si sa bene cosa.
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