Scritto da © Manuela Verbasi - Dom, 10/01/2016 - 14:02
Giuseppe Tota, un sognatore coi piedi ben piantati per terra, si apre a riflessioni poetiche con la consapevolezza della sofferenza di un percorso di vita che segna il passo e lo rende greve “così lontani da ogni strada”, “il tempo privo di tempo”, “Il passato si fonde col presente/ in lenta e circolare malinconia.”
Nei ricordi vividi di chi se n’è andato ma solo fisicamente “Io ti cerco/ al di là di questo sipario/ che s'affaccia sull'abisso/ del buio”, in attesa di rivedere volti di persone che più non sono, vi è la certezza di quanto sia rimasto dentro sé “e non è spenta la tua voce/ se ancora dall'immagine/ del viso / colgo luce dai tuoi occhi...”
Una raccolta che profuma di vita vera, verso dopo verso “una sorte di sole nero/ al quale l'anima/ non riesce a sottrarsi” in “segmenti/ sui muri fatti deserti/ dal freddo bluastro.”
Il Poeta vive e rappresenta coi suoi versi pregni di dolcezza “celebrando del corpo la certa fine e dell'anima l'eterno fremito di vita.”
Non manca mai la speranza e la positività, il vedere con occhi che sanno ancora stupirsi “Ora il tramonto offre le rose/ alla prima stella della sera” e “la mente si tuffa/ in quella curva di colori/ che divide due azzurri...” e la voglia di sognare e amare quando “Ormai maturo/ lo sguardo del grano/ gli alberi vezzeggiano/ l’aria del mattino/ e si smarrisce/ e si rincontra/ l'abbraccio delle spighe/ nel soffio/ di una brezza giocosa”
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/218051/parole-di-un-sognatore/
editing e copertina di Anna de Vivo
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