Scritto da © Manuela Verbasi - Dom, 06/01/2013 - 14:42
È un dormiveglia che stende rallentandomi sotto una coltre di gigli bianchi a darmi il candore dell'immobilità della neve e la sua gelida carezza.
Non so se dal sogno tetro uscirò già oggi
o se mi sto incanalando negli inferi del dolore
e fingo di non capire il perché di questi sassi aguzzi sotto la pianta del piede.
Né so cosa convenga fare
per sfogliare le ore di un giorno apparentemente uguale a ieri.
Nessuno sa ciò che io non so.
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