Perché pensiamo? Perché fra tutti gli animali siamo gli unici in grado di pensare, di creare idee, di ipotizzare, di immaginare, di porci domande?
Siamo sicuri di essere dei semplici animali posti all'apice della catena evolutiva, ma pur sempre degli animali?
Un abisso ci separa dal resto degli esseri viventi, qual è lo scopo di avere una mente capace di pensare, di fare arte, ai fini della sopravvivenza della specie?
Ci siamo staccati dal resto del mondo animale nel momento in cui ci siamo posti la prima domanda non attinente alla sopravvivenza. Nel processo evolutivo non ci siamo imposti grazie alla tecnica, anche se ciò è dannatamente vero, ma siamo diventati essere umani nel momento stesso in cui ci siamo accorti di essere diversi. Il pensiero che ci assilla non è più la nutrizione o la riproduzione, il primo per molti è diventato un'abitudine, necessaria, ma un'abitudine, il secondo perde sempre più il suo profilo animalesco. Anche se con l'approdo all'homo sapiens siamo stati attratti sempre più dai beni materiali, dalla brama di possesso, la verità è che paradossalmente ci siamo sempre più spiritualizzati, siamo diventati sempre più mente. Desiderare, volere, sognare qualcosa ci rende irrimediabilmente diversi dalle altre creature. Per quale motivo in un'ottica darwiniana, in un’evoluzione della specie, ho bisogno di pensare. La maggior parte dei nostri pensieri non ha alcun fine per la riproduzione o per la sopravvivenza, sono evoluzionisticamente inutili!
Stiamo forse percorrendo la strada per la divinizzazione? Stiamo percorrendo un tragitto che ci porta a sapere, conoscere, creare, pensare sempre di più. Siamo "Dei" rispetto alle altre creature, come Dio può essere per noi. Non cerchiamo Dio troppo lontano, il fatto di pensare ci rende simili a Lui, parte di Lui.
- Blog di Magnano Michel
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