Scritto da © Alessandro Moschini - Gio, 19/05/2011 - 04:32
Ricordo tutto adesso.
La memoria è bianca
come le pareti
di questa gabbia,
come questa rabbia
tersa,
nitida.
Mi hanno regalato un abbraccio
legandomelo dietro la schiena.
Non dolci sussurri
ma male parole
e siringhe svuotate nel braccio
a sedare preghiere
che gridan pietà,
lasciato nell'angolo
in punizione come un animale.
Senza capire perché
senza un motivo,
senza un movente
hanno ucciso il mio orgoglio
con flebo e pasticche
imputato senz'alibi
colpevole solo
di non essere insospettabile
di essere senza reputazione
di non essere crema di classe
forzandomi al matrimonio di convenienza
con Fräulein Anoressia.
E' qui che ho conosciuto Pazzia,
eutanasia alla mia dignità,
calpestata fuori ed uccisa dentro.
E adesso mi accarezzo la tempia
con gli occhi venosi
iniettati di sangue
senza un sorriso
tranne quello donato
ai miei complici,
compagni di sorte e corsia
pensando che noi
siamo qua dentro rinchiusi
e fuori i sani di mente
uccidon la gente.
La memoria è bianca
come le pareti
di questa gabbia,
come questa rabbia
tersa,
nitida.
Mi hanno regalato un abbraccio
legandomelo dietro la schiena.
Non dolci sussurri
ma male parole
e siringhe svuotate nel braccio
a sedare preghiere
che gridan pietà,
lasciato nell'angolo
in punizione come un animale.
Senza capire perché
senza un motivo,
senza un movente
hanno ucciso il mio orgoglio
con flebo e pasticche
imputato senz'alibi
colpevole solo
di non essere insospettabile
di essere senza reputazione
di non essere crema di classe
forzandomi al matrimonio di convenienza
con Fräulein Anoressia.
E' qui che ho conosciuto Pazzia,
eutanasia alla mia dignità,
calpestata fuori ed uccisa dentro.
E adesso mi accarezzo la tempia
con gli occhi venosi
iniettati di sangue
senza un sorriso
tranne quello donato
ai miei complici,
compagni di sorte e corsia
pensando che noi
siamo qua dentro rinchiusi
e fuori i sani di mente
uccidon la gente.
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