Scritto da © Wingdings - Lun, 18/10/2010 - 22:55
...
Da un po’ mi capita di scomparire
di vagare e nel mentre del rileggere
improvvisamente
ritornare.
di vagare e nel mentre del rileggere
improvvisamente
ritornare.
Dalla fine scorgo un orizzonte lontano
piangermi accanto. Edera del giardino,
della via che da bambino cingeva gli angoli perduti
e i fotogrammi.
piangermi accanto. Edera del giardino,
della via che da bambino cingeva gli angoli perduti
e i fotogrammi.
E di colpo ritrovo la mia valigia d’oro,
il calamaio inchiostrato di carte
che mi tende la mano.
Ho un sogno come cliente
e un desiderio come cammino.
Mentre torno a vestire una maglia di niente
scorgo maniche corte e sole in viso, gente che passa
e ripassa dai portici in fiore. E ancora amore.
La sera ci dedicava canzoni,
cicale e balconi a penzolare;
quando pensavamo fosse l’ora giusta
per parlare.
Oggi, precoci a camminare
non sappiamo più dimenticare.
Amiamo, vendiamo, silenzi per parole
come morra a colazione.
E scambiamo pezzi di sorriso
con nostalgici lembi di tessuto,
nel canzonare antico d'un consapevole ricordo
sperduto.
Sebastiano Infantino
18 ottobre 2010
18 ottobre 2010
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